FreeNet
Com'era la frase di Voltaire? Non sono d'accordo con te ma
sono pronto
a dare la mia vita perché tu possa esprimere la tua
opinione?
Potremmo immaginare una versione moderna e tecnologica di
questa frase:
non conosco le tue opinioni ma sono disposto a dare una
piccola parte
dell'hard disk del mio computer perché tu le possa
esprimere.
Questa in sostanza è la filosofia che sta alla base di
Freenet, la
nuova diavoleria che incarna i sogni libertari dei
tecnofili e gli
incubi di case discografiche e cinematografiche.
Si tratta di un sistema che dovrebbe permettere la piú
completa libertà
di espressione: ogni tentativo di censurare contenuti
depositati nel
sistema è destinato a fallire: Ian Clarke, il ventitreenne
che ha
creato il sistema, dice che non vede altro modo di
censurare file
inseritevi se non quello di distruggere l'intera rete
internet!
Da profano quale sono ho cercato di capire, almeno a
grandi linee, come
funziona questa nuova meraviglia della tecnologia.
A prima vista potrebbe sembrare simile a Napster, ma c'è
una differenza
sostanziale: Napster si appoggia su un server centrale,
anzi su molti
server come ho scoperto utilizzando il programma Napigator
che consente
di "navigare" tra di essi; in Freenet non c'è nessun
server centrale ma
le informazioni sono sparse sui computer degli utenti che
funzionano
come nodi della rete.
Le informazioni che vengono immesse sono criptate per cui
è impossibile
sapere chi ne è l'autore.
In pratica ogni utente si presta ad ospitare sul proprio
hard disk una
parte piccolissima del contenuto della rete.
E' come se ogni utente si tenesse in casa una valigetta
chiusa a
chiave: ad un investigatore che chiedesse quale sia il
contenuto della
valigia egli potrebbe rispondere di non averne nessuna
idea e di non
possedere neppure la chiave per aprirla.
L'unica cosa di cui il detentore della valigetta potrebbe
essere
accusato sarebbe appunto quella di aver acconsentito ad
utilizzare il
programma freenet.
L'attività di un eventuale censore otterrebbe l'effetto di
moltiplicare
la risorsa da censurare sui nodi della rete: infatti i
file che vengono
cercati si moltiplicano mentre i contenuti che non vengono
consultati
tendono a sparire.
Il problema, come del resto nel web, è quello di trovare
l'informazione: infatti i file vengono classificati per
parole chiave
che vengono create da colui che inserisce l'informazione,
quindi la
stessa risorsa, diciamo lo stesso file di testo, potrebbe
essere
inserito come "manifesto.txt", "manifesto", "manifesto
freenet" o
quant'altro.
Ci sono delle directory dei contenuti di freenet grazie
alle quali è
possibile effettuare una ricerca.
Il sistema è ancora in fase di rodaggio ma proprio per
questo mi ha
dato soddisfazione riuscire ad ottenere file in formato
compresso zip e
immagini in formato jpg attraverso una spartana finestra
dos digitando
comandi a linea di testo.