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Le pagine personali di Luigi Grosso


FreeNet                

Com'era la frase di Voltaire? Non sono d'accordo con te ma sono pronto a dare la mia vita perché tu possa esprimere la tua opinione?
Potremmo immaginare una versione moderna e tecnologica di questa frase: non conosco le tue opinioni ma sono disposto a dare una piccola parte dell'hard disk del mio computer perché tu le possa esprimere.
Questa in sostanza è la filosofia che sta alla base di Freenet, la nuova diavoleria che incarna i sogni libertari dei tecnofili e gli incubi di case discografiche e cinematografiche.

Si tratta di un sistema che dovrebbe permettere la piú completa libertà di espressione: ogni tentativo di censurare contenuti depositati nel sistema è destinato a fallire: Ian Clarke, il ventitreenne che ha creato il sistema, dice che non vede altro modo di censurare file inseritevi se non quello di distruggere l'intera rete internet!

Da profano quale sono ho cercato di capire, almeno a grandi linee, come funziona questa nuova meraviglia della tecnologia.
A prima vista potrebbe sembrare simile a Napster, ma c'è una differenza sostanziale: Napster si appoggia su un server centrale, anzi su molti server come ho scoperto utilizzando il programma Napigator che consente di "navigare" tra di essi; in Freenet non c'è nessun server centrale ma le informazioni sono sparse sui computer degli utenti che funzionano come nodi della rete.

Le informazioni che vengono immesse sono criptate per cui è impossibile sapere chi ne è l'autore.
In pratica ogni utente si presta ad ospitare sul proprio hard disk una parte piccolissima del contenuto della rete.

E' come se ogni utente si tenesse in casa una valigetta chiusa a chiave: ad un investigatore che chiedesse quale sia il contenuto della valigia egli potrebbe rispondere di non averne nessuna idea e di non possedere neppure la chiave per aprirla.
L'unica cosa di cui il detentore della valigetta potrebbe essere accusato sarebbe appunto quella di aver acconsentito ad utilizzare il programma freenet.

L'attività di un eventuale censore otterrebbe l'effetto di moltiplicare la risorsa da censurare sui nodi della rete: infatti i file che vengono cercati si moltiplicano mentre i contenuti che non vengono consultati tendono a sparire.
Il problema, come del resto nel web, è quello di trovare l'informazione: infatti i file vengono classificati per parole chiave che vengono create da colui che inserisce l'informazione, quindi la stessa risorsa, diciamo lo stesso file di testo, potrebbe essere inserito come "manifesto.txt", "manifesto", "manifesto freenet" o quant'altro.

Ci sono delle directory dei contenuti di freenet grazie alle quali è possibile effettuare una ricerca.
Il sistema è ancora in fase di rodaggio ma proprio per questo mi ha dato soddisfazione riuscire ad ottenere file in formato compresso zip e immagini in formato jpg attraverso una spartana finestra dos digitando comandi a linea di testo.